martedì 20 settembre 2016

"Lo apro da sola, grazie"

https://lunanuvola.wordpress.com/2016/09/16/il-barattolo/

Il barattolo

mondo-nel-barattolo
Non si tratta del fatto che so come fare il bucato. E’ che quando avevo quattro anni sapevo come piegare gli abiti; piccole mani al lavoro accanto a mia madre, mentre mio fratello maggiore stava seduto e giocava con i suoi giocattoli. E’ che io so quale tipo di detersivo funziona, ma mio padre tira a indovinare. E’ che al mio primo anno di università avevo una fila di ragazzi bisognosi che io gli spiegassi come usare la lavatrice. E’ che la prima porta a cui hanno bussato era la mia. E’ che si aspettavano che io lo sapessi.
Non si tratta del fatto che so come cucinare. E’ che il regalo di Natale più grande da me ricevuto era una cucinetta di plastica che non ho mai usato, eccetto che per salirci sopra. E’ che la usava di più mio fratello, le sue mani come un effetto fantasma su interruttori rosa e quadranti gialli. E’ che quando al lavoro c’è bisogno di una torta di compleanno, si rivolgono a me. Io la prendo da Costco (catena di supermercati, ndt.). Cucinare nemmeno mi piace. Un ragazzo brucia il popcorn nel forno a microonde del dormitorio e ride. La settimana successiva, io faccio la stessa cosa e lui sbuffa verso di me: “Ti ho appena cancellata dalla mia lista di possibili mogli”. E’ che ho sentito cose simili così tante volte che ho riso anch’io.
Non è che non mi piaccia essere femminile. E’ che sono tornata a casa con i lividi per aver tentato di fare acrobazie in bicicletta e ho sentito la parola “maschiaccio”, e ho percepito la mia piccola bocca dire: “Ma io non sono un maschio, sono una femmina.” E’ che in risposta hanno riso. E’ che fino a quando non sono stata seduta nel mio grazioso vestito, con un gran grazioso sorriso, battendo le ciglia sui miei occhioni graziosi, il titolo “femmina” non mi è stato restituito. E’ che sino a quando non mi sono truccata e non mi sono fatta acconciare i capelli sono stata oggetto di bullismo; è che quando non mi trucco sono una sciattona, è che la mia diagnosi di salute mentale sta appesa al filo dell’essere ben vestita. E’ che il mio terapeuta mi vede tornare al rossetto brillante e mi dice che gli sembro più felice e io devo spiegargli che sono più triste di quanto sia mai stata. E’ che mi vesto con uno strato di roba sopra l’altro ogni volta in cui prendo un treno, perché è meglio che mi ridano dietro piuttosto che mi molestino.
Non è il fatto che so come pulire, è che i lavoretti di mio fratello erano all’aperto dove io volevo essere, e i miei erano all’interno. E’ che avrei tolto le erbacce dal giardino meglio di lui, se me lo avessero lasciato fare. E’ che mi si fa carico di mettere in ordine i casini altrui, e ci si aspetta che io esegua senza lamentarmi.
Non è che io non sappia aprire il barattolo. E’ che tu lo chiedevi sempre a mio fratello per primo. E’ che sono spinta in posizioni docili, addestrata a credere che se il mio corpo è forte e in salute è brutto, addestrata a essere meno, a essere debole. E’ che il barattolo è anche la scienza, è anche l’ingegneria, è anche ogni lavoro, ogni opportunità. E’ che tu ridi più velocemente se la barzelletta la racconta lui, che lui lo prendi seriamente ma non prendi in considerazione me, che quando lui alza la voce è assertivo ma quando lo faccio io sono isterica. Il barattolo è salire in auto con uno sconosciuto come guidatore e chiedersi se è l’ultima corsa che facciamo. Il barattolo è sapere che se ci succede qualcosa è colpa nostra.
E’ che sono fiacca e non so se lo sono e basta o se sono stata addestrata a esserlo. E’ che dobbiamo sedere graziosamente con i nostri graziosi sorrisi e le nostre graziose parole intrappolate in modo grazioso e silenzioso nelle nostre gole, le nostre mani irrequiete ma graziose se inattive, i nostri corpi vascelli per null’altro che un futuro abito bianco. E’ che ci hanno insegnato che qualcun altro aprirà il barattolo per noi.
Il segreto è questo: tieni i coperchi di metallo sotto l’acqua calda, si dilateranno più velocemente del vetro che coprono. Il segreto è questo: quando ci tenete sotto l’acqua calda, noi facciamo di più che ribollire di furia. Ci espandiamo oltre i nostri confini. E impariamo ad aprire le nostre bocche, i nostri artigli, le nostre urla appese ad aquiloni sopra le città.
Datemi solo una possibilità. Datemi una possibilità a quattro anni, a sette anni, a ventitré. Prometto che posso essere straordinaria. Datemi il barattolo. Vi mostrerò qualcosa.”
Raquel de Alderete, 23 anni, settembre 2016 (trad. Maria G. Di Rienzo)

Nessun commento:

Posta un commento